Dopo quasi un anno di
assenza dallo scrivere di qualche performace sul blog torno alla grande, con il
primo 8b in falesia... E' difficile spiegare a parole cosa si prova a salire un
tiro difficile, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello puramente fisico.
Non penso di aver mai scalato un tiro così impegnativo, richiedente una
continua concentrazione già solo per la prensione degli appigli o il corretto
caricamento dei piedi.
La giornata è iniziata con una sveglia amara: erano finiti i
muffins per la colazione... Delirio! Rilancio con una mela e del succo, ma...
Non è proprio la stessa cosa.
Preparo lo zaino, butto dentro le nuove Instinct VS, così le
provo su roccia... Sono spettacolari, good job SCARPA!
Incontrati i soliti, Sabrina e Andrea, scopro che la cumpa
si è allargata. Ci sono anche Vanessa e Luca, due ragazzi easy, molto alla mano
e fuori di testa quanto noi... Ottimo!
Tra la musica, le
cazzate, i mille giri per trovare un etilometro (cosa obbligatoria in Francia),
partiamo verso Briga, falesia comoda e a me cara: proprio qui avevo salito il
mio primo 8a.
Ore 10.35, con l' imbrago addosso, si parte per il warm
up... Caldo! Male alle dita! Non un millimetro di pelle! Dopo tre o quattro
tiri però la situazione non sembra così grama... Decidiamo allora di scendere
al settore inferiore e provare a tirare un poco di più. Monto Beison d'alles,
un bel 7c+ boulderoso per Andrea e Luca... Con la fissa della fotografia butto
una corda anche in catena a Box Office: gli scatti dall'alto sono fantastici.
Tra un resting e l'altro dei due prodi climbers, do un'occhiata anche a questo 8b... incredibile! Ci sono le prese! Decido allora di montarlo e di provarlo seriamente. Dopo tre tentativi cado sul passaggio duro, RABBIA! Intanto Vanessa, alla sua terza uscita in falesia, stampa l'Ape Maya, 6a+, a vista... POWER!
Dopo questa realizzazione parto anche io motivato a spaccare
sto tiro. Parto, la conosco ora, posso farla... Un piede due centimetri più su
e... mi ritrovo appeso a un metro da terra... RABBIA, RABBIA! Dopo il quinto
tentativo, do una pulita alle prese e scopro che c'è un verticale caino che non
si era mostrato... Infame!
Scendo, 5 minuti e riparto... Supero il passaggio duro...
Ora c'è il lancio, non posso sbagliarlo! Lo tengo!
Vanessa urla, è convinta che
posso farcela... Io ricordo quanti tiri ho buttato per questo staccare la testa
dopo un passaggio duro... Rimango concentrato, respiro, scrollo... Vedo la catena... La moschettono.
Cinque minuti di fatica e concentrazione estrema, che si
chiudono così, con un click metallico.
Sono a terra, abbraccio Andrea, che ormai è diventato il
compagno preferito.. Sabrina mi guarda, scappa un sorriso, un bacio... Arrivano
anche Luca e Vanessa, pacche, abbracci...
Forse è proprio questo che chiude una via dura, la felicità condivisa.
Che importa stringere, lanciare, caricare un piede in modo perfetto se non hai
nessuno con cui condividere la gioia di avercela fatta?
Credo di aver confermato il pensiero che da un po' mi girava in testa, non
conta il tiro, il grado o la lunghezza... Conta lo spirito con cui si sale, la
voglia di misurarsi, di essere disposto a perdere... Conta l'avere qualcuno che
lotta con te durante il tiro, qualcuno che con un semplice urlo, come Vanessa,
o tenendo gli occhi chiusi mentre sono sul passaggio duro, come Sabrina, ti
supporta... Ti da l'energia di cui hai bisogno...
Grazie ragazzi!
Ale
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