venerdì 30 maggio 2014

UN MESE CON IL QUARTO POTERE! :)

Qualcuno si ricorda quella linea in gneiss sopra caprie dove è necessario avere  delle ventose al posto delle mani per poter stare aggrappati a quelle presine un po’ svase e avere degli uncini e non delle semplici  scarpette per non essere sputati via dagli appoggi scivolosi...a meno che… non tu non abbia il QUARTO POTERE J

Era un po’ di tempo che pensavo di tornare a Campambiardo, falesietta  in val di susa a poco più di mezz’ora da casa e con uno stile che, si può dire, è proprio il mio: tecnica, mobilità di anche e forza sulle dita non devono mancare! Avevo in mente di provare quell’8b di cui tutti mi parlavano bene e concludevano dicendo : “ secondo me ti ci troveresti bene, è proprio il tuo stile!”…

Beh … dopo mesi che volevo andarci ecco finalmente che un mercoledì pomeriggio salgo in macchina con Adriano Trombetta in direzione Campa e dopo poco più di un’ora ero già attaccata al tiro a studiarmi i movimenti dall’alto (impresa ardua se non hai nessuno che te lo spieghi). Il primo giorno è andato così: ho segnato quelle che pensavo fossero le prese e ho provato i singoli, mi sono studiata il “lancio” e, molto importante, mi sono detta tra me e me: “questo movimento non lo farò mai in continuità…” . In effetti come l’avevo pensato io il lancio era parecchio duro, poi però per suggerimento di Pietro Bassotto ho cambiato totalmente l’impostazione e la mano di arrivo alla presa successiva al lancio: DECISAMENTE UN ALTRO TIRO!

Decisi di tornare a provare il tiro lo stesso sabato anche se il giorno dopo avrei avuto una gara…”solo 3 giretti veloci veloci”..

Sveglia presto e via in direzione Campa, questa volta ero con 2 amici : Alessandro Mammino e Matteo la Fata!


Quel giorno la forma c’era  ma purtroppo  non si poteva dire lo stesso della roccia… umidità 100% e non si riusciva a stare attaccati per più di 2 movimenti consecutivi… CAVOLO K .. Buttai via 3 tentativi (uno molto buono dove feci solo un resting) e poi tornai a casa sconfitta ma ancora con la voglia di ritornare per dare il massimo!
Terzo giorno: mercoledì seguente (14-05-2014), il giorno definitivo!
Stessa ruotine del mercoledì prima, partenza nel pomeriggio e arrivo in falesia dopo una mezz’oretta. Ad aspettarci questa volta c’era un vento pazzesco e con quello l’aderenza era assicurata!!
Infatti dopo 2 tentativi andati storti per qualche cavolata commessa per un po’ di tensione ,al terzo tantativo riesco a superare la prima parte del tiro e ad arrivare al discreto riposo prima del movimento di “lancio”..

concentrazione…concentrazione…conc…. Sbam!!! Zanca in mano!
Dopo aver realizzato che il più era passato, mi rilasso e recupero le forze per superare l’ultima sequenza di dita prima delle zanche per arrivare in catena. Recupero e riparto, scalo senza fare errori e dominando ogni presa..e poi finalmente la CATENA! Quando faccio scattare il moschettone di ancoraggio sono al settimo cielo! Avevo salito non solo un tiro duro, ma un bellissimo capolavoro della Val di Susa! E non era tutto! Mentre facevo la salita c’erano dei droni a riprendermi grazie al gentile contributo di Edoardo e Tommaso che si sono offerti per montare un video del mio 8b e c’era anche un certo Trombetta appeso alla catena del tiro a fianco che mi aveva puntato la macchina fotografica in faccia per tutta la salita  ! E cosa volevo di più?  ;)
p.s.: a breve il video della salita!!! Ph: Adriano Trombetta

AL FUOCO , AL FUOCO!!!!
Dopo circa 2 settimane(24-5-14) dalla mia ultima realizzazione decido di andare a passare un tranquillo sabato scalatorio ai Tornetti (Val di Lanzo) insieme al mio amico Alessandro Mammino( lo ricorderò sempre per il suo stile alla guida un po’ brusco : ti voglio bene ale :P).

Arriviamo per mezzogiorno e mezza in falesia e rimango subito colpita dallo splendido paesaggio che ci circondava e che rendeva quel posto così bello e tranquillo: il torrente , il cinguettio degli uccellini, i grilli ... tutte queste melodie rendevano la scalata ancora più piacevole!
Facciamo 2 tiri per scaldarci che ci rivelano la bellezza della roccia e lo stile molto vario che ci offrivano le linee in quel posto (fessura, tacche , diedri e molto altro ancora).
Finito il riscaldamento non perdo altro tempo e attacco a salire su un 8a+ molto bello (e fisico) che si trovava proprio nel primo settore dove eravamo noi à AL FUOCO AL FUOCO.
 Il motivo di quel nome lo capisci solo vedendo la base del tiro , infatti proprio lì sotto è accatastata una massa di legna che servirebbe per accendere il fuoco.
Il primo giro lo faccio per studiarmi un po’ i movimenti e vedere dove mettere gli opportuni tallonaggi trattandosi di una via su uno spigolo con prese piatte, tacche e fessure , non era impresa banale capire dove andare.
Nonostante il primo giro parecchio ghisante, quando parto per il secondo tentativo dentro di me so di potercela fare, anzi la mia testa stava già ripercorrendo i movimenti del tiro mentre io ero ancora lì sotto che mi preparavo a partire. Infatti le mie aspettative si realizzarono perfettamente: scalai tutta la sequenza senza sbagliare nulla e arrivai in catena senza troppi problemi a parte qualche millimole di acido lattico di troppo negli avambracci.
Che figata J  questo tiro valeva la pena provarlo a lungo solo per il gusto di scalare su quei movimenti così belli; evidentemente il destino mi aveva riservato qualcos’altro per quella splendida giornata!
Infatti dopo un buon riposo mi convinco a provare un altro tiro impegnativo: HARDCORE 8a+ di dita su semistrapiombo, settore più in basso rispetto a quello precedente.
Provo a salire con la concentrazione di chi vuole chiudere a vista, ma naturalmente già all’altezza del 3 rinvio salto una bella tacca sicata e cado facendo un movimento alquanto improbabile. A consolarmi rimase il fatto che per il resto del tiro avrei munto 2-3 rinvii, sempre per lo stesso motivo di prima ( forse dovrei aumentare la graduazione delle lenti XD). Scendo dal tiro abbastanza stremata, erano stati 30 metri infiniti scalandoli in quel modo…
Decido di fare un buon riposo e di dare un’ultima botta al tiro senza aspettarmi chissà quale performance…
Parto… inizio a scalare fluidamente e senza bloccarmi dove sapevo di aver fatto fatica il giro prima, supero il primo blocchetto, anche il secondo e il terzo…. Arrivo a una presa rovescia dove posso decontrarre un pochetto prima di ribaltarmi sul “facile” e ,vedendo la reazione dei miei avambracci che non volevano saperne di riprendersi, decido di azzardare un dinamico per prendere il buco buono che mi avrebbe portato fuori di lì…LO AFFERRO!!  Wow che cu.. no dai è stata tutta bravura ;)
Beh che dire… scendo dal tiro esausta e felice e dopo aver deciso che era tardi e che nessuno dei due avrebbe più provato nulla, a parte un 7a+ straduro di alex, ci avviamo in paese per prendere un pezzo di pizza e gustarci un po’ il fine giornata J 
Mi ero divertita davvero un sacco, sia per il bel posto che per l’ottima compagnia e perché avevo dato davvero tutto per fare qualcosa che amo! 
Sentirete parlare presto di me ;)
Buona scalata a tutti!

sabato 17 maggio 2014

Cinque giorni a disposizione, il solito furgone sgangherato, destinazione Briançonnais.


Ore 22.30: con una bella medaglia di bronzo al collo esco finalmente dal centro sportivo di Cantalupa. Com'era già? "Prima il dovere, poi il piacere". Beh…il dovere per questa volta era andato, ma esagererei a parlare solo di dovere. Partecipare al campionato regionale piemontese è stato, anche quest'anno, un gran piacere e un'ottima occasione per confrontarsi con le più forti gariste italiane. Sicuramente più un piacere dell'anno scorso, non solo per il miglior risultato, ma anche per la minor tensione che avevo addosso. L'anno passato infatti, proprio con il campionato di Cantalupa, avevo deciso di rimettermi in gioco, dopo due anni di stop dal mondo delle competizioni. Ma tornare a gareggiare si era rivelato tutto tranne che rilassante.
Ora però veniva il piacere quello vero, quello che aspettavo da un po', quello che io e mio fratello aspettavamo da un po'. Si partiva. Cinque giorni a disposizione, il solito furgone sgangherato, destinazione Briançonnais.

Lunedì mattina ci svegliamo con tutta calma. Splende il sole sulla vallée, l'aria è fresca. Dopo una prima colazione a bordo del "Marraco" cerchiamo un campeggio nei dintorni di Guillestre, quindi una seconda colazione nel centro del paesino. Ora si può andare a scalare. Ora si può andare a Rue des Masques. Abbiamo già le idee chiare sui rispettivi progetti: mio fratello, confidando nei miei consigli, attacca Racing in the street. Io mi monto Carosses et citrouilles. Ma più che inquadrare i singoli, in quel primo giorno di conglomerato francese, combiniamo ben poco. Vuoi io per la stanchezza della gara e per il solito dolore al braccio, vuoi lui per qualche errore di piedi e per i miei ricordi molto confusi.

Il martedì solita routine: colazione nel furgonaccio, doppia colazione a Guillestre. Ormai anche il signore del bar ci conosce: "Café allongé et jus d'ananas?", "Oui, merci". Per fortuna la routine non è la stessa del giorno prima anche in falesia…
Collegati braccia e cervello ci mettiamo all'opera. Dopo un giro di ripasso e pulizia parto sul mio 8a. Le dita sono ghiacciate, quei buchetti iniziali me le anestetizzano senza pietà. Non sentendo una presa dopo neanche cinque rinvii sto già esplodendo dalla ghisa. Impreco dal nervoso. Per tutta risposta mio fratello mi urla di svegliarmi a raggiungere il riposo così mi si scaldano le mani e mi tiro nuova. Si scaldano sì, ma altro che tirarsi nuova…sono rovinata. Riparto, convinta di cadere ad ogni movimento. L'impressione che dò, in effetti, è proprio quella. Ma non sbaglio niente e, presa dopo presa, passo la pancia dura, dò due sghisate alla svasona e stringo i denti sull'uscita. Svuotata fisicamente e mentalmente moschetto la catena. Mio fratello mi cala a terra. "Non ti davo 100 lire! Grande Chou!!". Di grandi in realtà, in quel martedì, ce ne sarebbero stati due: questa volta senza errori e senza esitazioni mio fratello passeggia sull'8b. Neanche lo snappo clamoroso dell'ultima tacca prima del riposone lo butta giù. Figata. Dai che si torna al bar!

Il mercoledì si ricaricano le batterie per gli ultimi due giorni di France, ma si svuotano i portafogli nel fantastico negozietto di Gap. Forse era meglio andare a scalare…

Giovedì invece è tempo di calcare, quello severo di Rocher des Brumes, nella valle di Fournel. Dopo una lunga stradina tutta curve, di quelle dove devi solo sperare di non incrociare un'altra macchina perché se no tocca lanciare la monetina, e un buon 20 minuti di camminata spuntiamo in un angolo di paradiso. Strapiomboni gialli da lasciare senza parole, vie dure e belle una dopo l'altra, un panorama mozzafiato. Tiro più facile: 7a. Un bel 7a su cui prendiamo subito delle belle bastonate. Ammazza, qui non si scherza. Su suggerimento di Andre saliamo al settore più alto: un dévers, anzi un soffitto che al tetto di Sarre "glifanapippa" (non solo in quanto a bellezza, naturalmente, ma anche in quanto a inclinazione). Proprio al centro di quello strapiombone una serie di fissi ci svela dove corre il nostro nuovo obiettivo: Papapuk, 8a. Ci facciamo un giro per dargli un'occhiata, ma scendo un po' delusa. Non fa così per me come credevo. Tutta questione di addominali e bicipiti, dita e piedi lasciarli pure alla base grazie. Il fratellaccio lo spiana al secondo, in una vero lotta contro quelle prese ghiacciate. Le mie mani invece sembrano proprio non farcela contro quel gelo. Per non parlare del mio bicipite che soffre ogni giro di più. Ma al quarto tentativo della giornata finalmente lo passeggio come volevo, fregandomene del freddo, i movimenti ormai metabolizzati in pieno, quasi facili. Pugnetto, qualche foto e si torna al furgone, soddisfatti e spensierati. La sera però solo forti dolori al braccio che, poveraccio, non riesce nemmeno più a stendersi del tutto.

Ma venerdì è l'ultimo giorno. L'ultimo giorno di vacanza, di pains aux chocolats, ma soprattutto di roccia francese. Non si molla.
Per questioni di tempo e comodità torniamo a Rue des Masques e andiamo alla scoperta di un piccolo settorino isolato. Conta solo quattro linee: due 7c, un 7c+ e un 8a. Sembrano una più bella dell'altra. Monto l'8a, una sfuriata iniziale che diventa a poco a poco più facile. Si può fare, penso come arrivo in catena. Idem mio fratello, dopo avergli dato una sbirciata. Tocca di nuovo a me. Mi preparo al sole e poi via, si parte su quegli infidi buchetti all'ombra. Una limitata dopo l'altra mi rendo conto di essere in cima a Ciao Criquet, il mio secondo 8a chiuso al secondo giro, il mio terzo 8a in quei quattro giorni di scalata. Una fitta al braccio mi ricorda che ora è tempo di riposare davvero. Gli prometto che lo farò e lo ringrazio per avermi concesso ancora quell'ultima soddisfazione, così come ringrazio mio fratello per questi cinque giorni "full gas".

Ps: per non smentirsi anche il fratellaccio la spunterà al secondo essai sul tiro, ma non senza qualche testa indietro degna delle mie ;)

 




martedì 6 maggio 2014

Mellopower

Giovedì mattina, ore 3.58.
Due loschi figuri in una macchina scura arrivano sotto casa mia. Sono pronto, so a cosa vado incontro. Ho poco bagaglio, giusto l 'indispensabile. Scendo da casa, carico gli zaini. Senza dire troppe parole, uno dei due mette in moto e parte.

Giovedì mattina, ore 3.38. (In realtà.)
''Dai dai, mu
oviti che ci sono Andrea e Marghe sotto!'' 
Non riesco a capacitarmene. Mi sono svegliato dopo tre ore di sonno per andare al Melloblocco e lei, la mia paziente Sabrina, non ha voglia di alzarsi.
Basta, faccio colazione da solo, se non si sveglia sta a casa. Dopo due minuti è in cucina, altrimenti avrei dovuto farmi prendere da una bella dose di tenerezza ed andare a richiamarla per la quarta volta.

Giovedì mattina, ore 3.58.
Andrea e Marghe arrivano sotto casa, nel silenzio che solo un paesino con più bestiame da allevamento che abitanti sa regalarti. Io ed Andrea siamo carichi di addddrenalina, mentre la quota rosa è solo assonnata e stufa di noi scalatori, ancor prima di iniziare il viaggio.

Giovedì mattina, ore 8.00.
Val Masino, si cerca un posto tenda, senza esiti positivi.

Giovedì mattina, ore 8.40.
Le tende sono piazzate. Alla fine abbiamo ceduto al fascino della vita da gitani (grazie a anziani che con modi poco garbati ci han cacciato da ogni dove) e siamo in campeggio.

Giovedì mattina, ore 10.30
Inizia l'avventura arrampicante del Melloblocco 2014 e di qui, il diario di bordo, si perde.

Martedì, ore 16.36.
Sono seduto qui, di fronte al mio laptop, che cerco di dare forma ai giorni passati in Valle. La prima cosa che mi viene in mente è il venerdì sotto la pioggia, dove la mia tenda mi ha reso orglioso, facendomi dormire all'asciutto. Poi mi vengono in mente i momenti passati sotto i boulder, dove si condividono tacche, risate e porconi, senza pensare troppo a chisei o dadovevieni o a quantotitieni. Quello che mi piace del Melloblocco è che chiunque lo interpreta a modo suo. Approfittando della mia buona forma e del tempo clemente, ho provato a portarmi a casa qualche ripetizione dei blocchi storici, anche se non erano in blocchi di gara. Con un'immensa gioia sono riuscito a strappare alla roccia le veloci ripetizioni di Per voi giovani (7B+), Il sogno di Tarzan sit (7C), Aspettando Fred Nicole (8A) ed Unità di Produzione (8A+). Per quanto riguarda i blocchi di gara, Green Man si è fatto domare al quinto tentativo. Tra gli altri otto blocchi, ho provato solo Il gioco di Nalle, un magnifico pannellino di dita che continuava arespingermi a trenta centimetri dal bordo. Dopo, che dire... Mi vengono in mente i pizzoccheri, la bresaola, la festa, le dita sanguinanti, il ''cosafaiquaaa?'', i consigli, le urla. Mi viene da ringraziare tutti, ma tutti tutti sareste troppi, mi limito quindi ad un ''Grazie a tutti'', ma un grazie sincero.

Martedì, ore 17.04.
Finito.
Arrivederci al prossimo giovedì mattina, ore 3.38!

Mellopower!
MelloMix 2014

lunedì 28 aprile 2014

NUOVI AROMI?


Non è passato molto tempo dall’ultimo post che ho scritto… beh ragazzi siamo sempre in vacanza e di conseguenza la  roccia è all’ordine del giorno!!!

Era da tempo che ci frullava in testa l’idea di qualche giorno a ceuse, eppure il brutto tempo ci ha colto di nuovo di sorpresa e ci ha obbligati a cambiare destinazione la sera prima della presunta partenza.

E fu così che il gruppo dei Climbing Casuals, detti anche Eurospin Climbing Team (+ me) partì di nuovo ,per la seconda volta, verso la bella e calda liguria! La destinazione era Monte Cucco dove avremmo campeggiato per 3 notti sfruttando la preziosa acqua corrente e i servizi “igienici” che il campeggio mette a disposizione della comunità di scalatori che si accontentano di vivere con poco…un po’ d’acqua, una turca e un terreno dove piantare tenda e accendere un bel fuocherello la sera per stare in compagnia e aspettare la mattina per andare a scalare in falesia TUTTO IL GIORNO!

Arriviamo il giovedì sera verso l’ora di cena e ci concediamo quindi una pizza nel ristorante sotto il campeggio, gestito dal proprietario del terreno del campeggio e al quale porgo un grandissimo grazie per sua gentilezza e per mettere a disposizione un posto simile a noi topi di falesia ;) . Inoltre consiglio a tutti di assaggiare almeno una volta la pizza del ristorante ”Il Rifugio”, è uno spettacolo!!!!!

Per il 1 giorno ci siamo riservati una chicca: l’Erboristeria! Famosissima falesia di albenga da poco chiodata nel settore più alto , proprio dove ci stavamo dirigendo noi! Ero già stata in quel posto favoloso naturalmente, però il livello che avevo al tempo non mi aveva permesso di apprezzare fino in fondo lo stile di scalata perché infatti i gradi più duri corrispondono anche ai tiri più belli da scalare! Sta di fatto che dopo un breve riscaldamento su un 6b+ mi prendo la mia vendetta su un 7a che avevo provato 3 anni fa quando ero agli inizi  e sul quale avevo preso solo bastoni … scendo dal tiro e vedo in fondo alla falesia due tizi che provavano un tiro lì  e mi balza subito in testa l’idea di provarlo pensando fosse qualcosa di duro, infatti si trattava proprio dell’8b di cui avevo sentito parlare : nuovi aromi.

Grazie ai consigli di Vito, uno scalatore che aveva già salito il tiro e che provava la linea a fianco, faccio un buon 1 giro e mi studio bene i passaggi chiave. Unico problema: quello sarebbe stato l’unico giro buono di tutta la giornata, infatti la stanchezza mi travolse appena scesa dal tiro e per i restanti 2 tentativi non feci che cadere sempre negli stessi punti, ovvero i due passaggi chiave del tiro : un  dinamico a un bancale piatto e un blocco prima di arrivare in catena. Insomma per quel giorno avevo chiuso…

Il giorno dopo riesco a tornare lì per chiudere qualche conto in sospeso grazie a Vito e ai miei nuovi amici Toscani che avevo conosciuto il giorno prima mentre provavo il tiro.

Mi scaldo su un 6c+ e un 7b e poi parto sul tiro…. Scalo la prima sezione facile e man mano che salgo il mio corpo inizia a muoversi lungo la sequenza fino al primo passaggio chiave in modo sciolto e senza fare troppa fatica…fantastico! Arrivo al passaggio lungo, pianto un dinamico secco e inchiodo la presa senza esitare nemmeno un secondo, altrimenti sapevo come sarebbe andata a finire…. Riposo, riposo , riposo…..accidenti altro che riposo.. quella presa mi stava solo stancando gli avambracci, manco fosse una zanca…allora decido di partire e quando lo decido la mia mente era già in catena! Esco dal blocco passeggiandolo come non avevo mai fatto nei 3 tentativi precedenti e mentre vado in catena penso: cavolo il mio primo 8b!!!

MOSCHETTO… URLO DI GIOIA :D   

NUOVI AROMI SEI MIA!!!


Era fatta e non ci avevo messo poi tanto J … ho pensato poi che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie e quindi poco dopo essermi ripresa eccomi di nuovo attaccata a un altro 8b… lo provo e i singoli  vengono…. Volete sapere come va a finire? Lo saprete solo prossimamente ;) 

venerdì 18 aprile 2014

PRIMO APPROCCIO ALLE VACANZE PASQUALI


Inseguendo il sole prima che arrivi la pioggia….

DOVE ANDARE A TRASCORRERE 2 GIORNI TRANQUILLI IN FALESIA PRIMA CHE IL BRUTTO TEMPO E IL FREDDO SOPRAGGIUNGANO A ROVINARE IL WEEKEND COSTRINGENDO NOI POVERI AFFAMATI DI ROCCIA IN PALESTRA A TIRARE SEMPRE LE STESSE PRESE…??

Risposta: ALBENGA E FINALE!!!

Ed ecco com’ è che sono capitata in Val Pennavaire il mercoledì al posto di essere all’ università per l’ultimo giorno di lezione…
 Il meteo dava brutto tutto il weekend e io non potevo perdere l’occasione di andare a salire qualche via su roccia con quel poco sole che rimaneva a disposizione!
 Quindi con un paio di amici(Riccardo,Niccolò,Alberto) siamo partiti alla volta del Red Up, una bellissima falesia al sole a pochi chilometri da Ormea e Castelbianco.
Era da qualche giorno che non toccavo roccia e il posto con quella roccia così particolare e le vie chilometriche percorse da delle lunghe canne svase mi ha subito suscitato una voglia matta di scalare!
 Risultato? Alle 8 di sera eravamo ancora lì… purtroppo non sono riuscita a portarmi a casa un bel tiro di 8a+ che merita davvero tanto(Angolo Retto): 40 m di via tecnica in strapiombo leggero con movimenti distanti e tanta body tension!
Ho un buon motivo per tornare!!
 Dopo soli 2 tentativi avevo scoperto ogni segreto di quella via, peccato che il sole mi stesse ormai abbandonando e i miei compagni pure ;)… comunque qualche piccola soddisfazione me la sono presa lo stesso salendo a vista un bel 7c di canne: sostegno volante L1.
Il giorno dopo ci dirigiamo a Finale dopo aver trascorso una piacevole nottata a Varigotti nella casa da “mare” di Riccardo.
 Sveglia alle 8 come tutti i bravi atleti (alle 10 eravamo ancora alla focacceria di varigotti a fare la 2° colazione) e poi direzione Rocca di Perti per andare nel famosissimo settore chiamato :IL GIARDINO.
Insomma fatto sta che dopo un lunghissimo avvicinamento nel bosco dove abbiamo preso 200 bivi diversi…arriviamo finalmente in questo posto davvero bello con una vista stupenda sul mare.
Come il giorno prima attacco subito a scaldarmi perché avevo già in mente su che cosa avrei girato tutto il giorno…un bell’8a/+ chiamato Mr Steel che dal commento sulla guida sembrava proprio fare al caso mio: via con movimenti su prese distanti ma buone in partenza, uscita su passo blocco in strapiombo con placca tecnica finale. Avevo proprio deciso di sfidare me stessa!!
Sta di fatto che in soli  2 tentativi arrivo in catena senza nessuna caduta mentre il primo giro non era stato molto illuminante… (ho preso spunto da un video di Adam Ondra visto la sera prima che mi ha caricato un sacco ;D)!!!
Beh che dire altro… dopo la soddisfazione di aver chiuso un tiro di quel genere in così poco tempo non mi restava che fare una cosa:
una bella dormita in spiaggia e magari un bel bagno ( che non ho avuto il coraggio di fare ) !

Foto gentilmente offerte dal cellulare ad altissima risoluzione di alby, unico mezzo per far foto essendo che la macchina foto era senza memoria , furbi noi .... xD 



Alla prossima giornata di sole ;)!!!
Fedy


sabato 18 gennaio 2014

"Confessioni di un local sgasato"

 C'era una volta un gruppo di ragazzi motivati. No, non è l'inizio di una favola, è l'inizio di una bella storia, una storia di sei ragazzi, provenienti da città diverse e che si erano conosciuti a Torino. Dei ragazzi un po insoliti, dicono che gli piaceva scalare e che gli piaceva proprio tanto. Dei ragazzi dediti all'allenamento, che non vedono tanto la roccia (in confronto a quanto vedono la plastica) ma che quando ne hanno l'occasione lasciano il segno. Si narra che la stagione delle gare era finita da un po e la loro voglia di scalare non poteva essere controllata con qualche giornata di scalata vicino casa, gli serviva una viaggio, una spedizione, qualcosa di grosso insomma, in un posto nuovo e che li avrebbe potuti soddisfare. Partirono il giorno dopo Natale senza un piano preciso, l'importante per loro era scalare e divertirsi facendolo. Come meta avevano il centro Italia, per la precisione un paesino di costa dove avevano sentito che si trovava una grande grotta che avrebbe potuto soddisfare le loro strane voglie. Si facevano chiamare gli SperlonGasati... Si sentivano così fighi che hanno perfino fatto un video di presentazione quindi non sprecherò parole per presentarli, vi basta guardare da voi di che soggetti stiamo parlando.
 
 
 
Qualcuno si trovava sul luogo e ha riportato le testimonianze: sono stati avvistati alla grotta il 27 Dicembre, quando molti erano ancora sommersi dai pandori natalizi. Ogni giorno arrivavano e
"La danza dei cavalieri"

iniziavano a lasciare molto permalosamente i rinvii su migliaia di tiri, volevano provare questo, volevano provare quello... Come se avessero avuto solo 10 giorni all'anno per arrampicare in falesia... E la scocciatura era che poi li chiudevano anche, alla faccia nostra che provavamo quei tiri da mesi.

C'era una ragazza in particolare, mi sembra si chiamasse Federica, che dava sui nervi. Ogni volta che partiva su un tiro potevi andare a fare il bagno, tornare e te la ritrovavi sempre lì, due prese più sopra.. Sembrava proprio che non si ghisasse, cacciava tallonaggi dappertutto e non smetteva di scalare prima di aver fatto almeno 8 tiri. Mi hanno riferito che in 5 giorni dentro quella grotta abbia chiuso due 7c e un 7c+ a vista, un 8a e quel maledetto 8a+ “La danza dei cavalieri”, con quella sezione che quando anni fa l'avevo chiuso mi ero chiesto se una ragazza potesse mai passare un singolo del genere. Un apertura lunghissima di sinistro da un buco buono a una tacca schifosa, diecimila cambi piede e agganci per riuscire ad accoppiare e poi incrociare di destro ad un cornetto, riprendere un rovescio vicino ai piedi e sparare alla presa salvezza. Tutto questo sotto un tetto. Per fortuna che non ero presente quel giorno...
 

Un altro ragazzo, Marcello, invece, mi ha dato più soddisfazioni. Si è fissato tutti i giorni a provare “Ciccio formaggio”, un 8c molto estetico sul lato sinistro della grotta. Lui, almeno per una volta, si
"Ciccio formaggio"
sarà sentito scarso. Ha provato quel tiro almeno dieci volte. Tutti i giorni si scaldava e ci faceva due o tre giri, cadendo sempre una presa più sopra e arrivando l'ultimo giorno a due prese dalla fine della parte dura. Che sfigato! La prima parte è un tiro di 8a+ che ti stanca per bene, poi ci sono 15 movimenti che, presi singolarmente non sono difficili, ma in continuità ti fanno capire quanto non ti tieni. A fine vacanza sembrava molto deluso per non essere riuscito a chiuderlo. Ma cosa volete.. Non si può pensare di arrivare in una falesia e chiudere il tiro più duro in pochi giorni! Ah no... mannaggia... quello è successo... beh preferisco non parlarne per mio orgoglio personale. [ndr: Stefano Ghisolfi chiude “Grandi gesti” 9a]


Con il nuovo anno non si sono più visti nella grotta, è proprio vero che si dice “Anno nuovo, vita nuova.. senza più mocciosi tra le palle!” Si sono spostati più su, nelle falesie di Grotti e Ferentillo.

Su quelle pareti di conglomerato ha la meglio chi tira bene i buchi, ma purtroppo sono capaci anche di quello... Malgrado il brutto tempo sono riusciti a chiudere qualche via dura: un 8a e un 8a+ Federica (“Alto gradimento” a Grotti e “So sexy” a Ferentillo), un 8b+ “Ridi mo'” e l'8a+ “Underworld” a vista Marcello (che dopo di questa mi sta già meno simpatico).

L'ultimo giorno di scalata previsto ha diluviato e non si sono mossi dall'appartamento se non per andare a vedere le cascate delle Marmore. Ma finchè le guardano e non vogliono scalare anche quelle io non mi lamento.



Ho visto poi da un video che gira su internet che sulla strada del ritorno hanno fatto tappa a Bismantova, una falesia vicino Reggio Emilia. Marcello aveva un progetto in quella falesia: “K-Rock radio station” 8b+. Una via che aveva provato molto prima di andare a studiare a Torino ma poi non era più tornato a provarla quando era in forma e così voleva chiudere i conti una volta per tutte. Un giro di ricognizione per ripassarsi i movimenti e per poterla spiegare a Stefano che, con la sua irritante leggerezza, la passeggia flash e mette ancora più motivazione in Marcello a fare altrettanto. Parte convinto sulla prima parte e arriva fino al riposo con facilità, da lì in poi era solo questione di stringerle e portarle basse. E così fu.
 

Non invidio quelli che erano al settore “Gare nuove” quel giorno, soprattutto coloro che si stavano lavorando K-Rock... Sti ragazzi forti dovrebbero rimanere a casa loro, in palestra, a tirare prese di plastica... Già sono pericolosi quando vanno a scalar da soli, se viaggiano insieme finiscono per fare danni... è irritante vedere come si motivino tra di loro a vicenda! Meno male che adesso se ne sono tornati al Nord, ad allenarsi. Basta che poi non tornino...

Firmato: local anonimo del centro Italia

 

sabato 7 dicembre 2013

Una stagione a V

Pochi giorni fa ho iniziato a pensare che ormai siamo alla fine del 2013 e, quindi, ho iniziato a farmi qualche domanda sulla mia annata di lotta con la forza di gravità. 

La forma che mi è venuta subito in mente è la lettera V, perchè ho iniziato con la prima tappa del TCC, il circuito torinese con un livello quasi di Coppa Italia, in splendida forma, nonostante fossi ancora in pieno periodo di carico. La sfortunaè stata che, al primo giro sul blocco di finale, ho lacerato la puleggia dell'anulare sinistro in modo abbastanza pesante. Da qui ho iniziato una discesa verso i minimi storici della mia forma atletica. Nei mesi successivi mi sono concentrato sul recuperare l'infortunio e cercare di tornare in forma il più velocemente possibile.

Pensando alla concretizzazione dei miei sforzi, ho iniziato a elaborare i risultati che ho conquistato e, devo dire, sono abbastanza soddisfatto. Sono riuscito a recuperare la forma in fretta e, escludendo lavori molto specifici sulle dita, mi sono divertito a spingere sempre più al limite il mio corpicino così tendente agli infortuni. Proprio così. Se facessimo una classifica in base agli infortuni in un anno, sarei sicuramente molto più competitivo che aggrappato agli appigli; in dieci mesi ho lacerato una puleggia, ne ho infiammata un'altra, ho contratto due epicondiliti, tre contratture di lieve entità, quattro talloniti e numerosi taglilividibottecapocciategomitateect... Ma cosa posso farci? Scalo, non gioco a scacchi!


Arrivando finalmente ai vari highlights, sono riuscito ad alzare il grado su roccia sia con la corda (fino all'8b) e sul boulder (8A+ lavorato, 7C+ flash). Anche nelle gare sono riuscito a migliorare, riuscendo a rientrare nei primi dieci sia in EYC di boulder, che in Coppa Italia Boulder, dove ho conquistato anche un podio con una bella faringite. Ai Campionati Italiani Giovanili di Arco ho conquistato due bronzi, che forse valgono più degli ori dello scorso anno, visti gli infortuni che mi son accalappiato nel 2013. Inoltre, grosse soddisfazioni arrivano sempre dai raduni boulder, come il BardBoulderContest o FinaleForNepal, dove riuscire ad essere sul podio in mezzo a tanti ragazzi forti, dopo parecchie ore di gara, è sempre bello.


Con le aziende con cui collaboro, ovvero Scarpa, Ferrino ed EvoClimb, ho avuto l'occasione di testare nuovi prodotti che sicuramente diventeranno un must nell'ambiente della scalata, a loro va il mio ringraziamento per aver creduto in me ed avermi supportato.

 Anche alle palestre a me care, il B-Side di Torino e il.Punto di Borgo San Dalmazzo, va il mio ringraziamento, perchè mi hanno supportato, mi hanno dato l'opportunità di poter fare quello che mi piace, di scoprire posti nuovi, di divertirmi, di imparare e soprattutto di farmi sentire parte di una seconda famiglia...Grazie Ragazzi!



Stay tuned for 2014..!

Ale